La dimora padronale

Completato nel 1697, il complesso architettonico della villa fu progettato da Francesco de Claricini seguendo il modello della “villa veneta“, tipica della Serenissima Repubblica di Venezia, che univa funzioni residenziali e agricole nei suoi domini in Terraferma.
La struttura principale è la casa padronale (pars dominica), destinata a ospitare la famiglia. Al piano terra, un corridoio centrale, il “pòrtego“, collega il cortile d’ingresso con le stanze laterali e il giardino sul retro. Al primo piano si trovano il salone di rappresentanza e le camere da letto, mentre il sottotetto era riservato agli alloggi della servitù.
La parte residenziale della villa è delimitata a est dall’oratorio di S. Croce e a ovest dalla foresteria per gli ospiti. La chiesa, a pianta unica con abside poligonale, è accessibile dal cortile quadrato attraverso un portico a tre arcate sorrette da pilastri a bugne squadrate. La facciata, tripartita da paraste in stile tuscanico, manca degli architravi e fregi tipici, sostituiti da una finestra centinata e due nicchie laterali. Il campanile a vela, con volute, è sopraelevato rispetto al tetto, rivelando un’originale combinazione di elementi classici che, pur non seguendo rigidamente i modelli codificati, testimoniano l’ingegnosità dell’autore, forse un capomastro locale.

L’asse centrale della villa è sottolineato da un sopralzo sopra il tetto, che ripropone la sequenza di finestra centinata e nicchie. Al piano nobile, tre finestre arcuate, incorniciate da modanature rettangolari, sono sormontate da balaustre simili a quelle della chiesa. Il portale d’accesso al piano terra è decorato con conci alternati bugnati e lisci, e un mascherone in chiave è collocato sotto il balcone del piano superiore.
Sul lato ovest del cortile, si affacciano due barchesse (dal veneto “barco”, “barcòn”), che ospitano le strutture agricole essenziali alla villa. La barchessa più grande, al pianterreno, comprende le stanze per la pigiatura (foledôr), i tini e la cantina. Il sottotetto era adibito a granaio e deposito per i raccolti e le scorte alimentari (pars fructuaria). Accanto, una barchessa più piccola ospitava le scuderie, i depositi degli attrezzi e il ricovero per i carri. Attorno ai cortili interni, si trovavano la stalla, il pagliaio, la concimaia, la cucina e gli alloggi per i coloni, creando un ambiente autosufficiente che integra armoniosamente gli spazi residenziali e produttivi.