Il giardino all’italiana

Il Giardino all’Italiana e la tradizione Barocca

Nel 1908, Nicolò Claricini Dornpacher ridisegnò il giardino all’italiana che si estende lungo il lato sud della villa. Mentre il lato nord, con la sua facciata e il cortile quadrato, presenta un aspetto più austero, la facciata sud e il giardino annesso si distinguono per eleganza e armonia. Questo angolo verde, soprannominato “giardino segreto“, era riservato esclusivamente al piacere della famiglia e degli ospiti più intimi. Racchiuso da una raffinata balaustra in pietra di Vicenza, capace di accentuare l’atmosfera intima e raccolta, il giardino si presenta come un piccolo rifugio, protetto dal mondo esterno.
A segnare i principali punti di accesso e a ornare il giardino, otto pilastri decorati con motivi barocchi e sormontati da statue di divinità mitologiche si ergono delicatamente.
Questi pilastri sono posizionati strategicamente: intorno alle fontane, vicino alla serra e sul confine che introduce al giardino inglese retrostante.

Il Gusto Settecentesco di Nicolò Claricini

Quando Nicolò decise di ridisegnare il giardino, l’Europa viveva il periodo della Belle Époque, durante il quale predominava l’espressione modernista dell’Art Nouveau. Tuttavia, Nicolò si sentiva più in sintonia con il “settecentrismo”, uno stile che riprendeva la tradizione dei giardini della corte di Luigi XIV, il Re Sole. Il giardino si ispirò alla decorazione del parterre de broderie, caratterizzato da aiuole simmetriche separate da sentieri in ghiaia e bordature in pietra o piccole siepi. I complicati ricami vegetali creati con la potatura delle siepi riflettono un gusto ornamentale tipico dell’epoca.
Nicolò, pur rimanendo fedele a un gusto storicista, non trascurò le nuove innovazioni tecnologiche. L’utilizzo della pietra artificiale, una novità dell’epoca, fu una scelta rilevante. La sua comparsa, legata alla diffusione del cemento Portland nel XIX secolo, permise di riprodurre l’aspetto della pietra naturale in modo più economico e duraturo. La pietra artificiale divenne popolare, anche in Friuli, dove aziende locali come quelle di Tonini e Gerolamo D’Aronco – padre dell’architetto Raimondo –  contribuirono alla sua diffusione.

Il Disegno delle Aiuole e la Simmetria

Un elemento di grande fascino nel giardino è il disegno delle due aiuole gemelle, che rompe con la rigidità del tradizionale schema a riquadri. L’andamento sinuoso e dinamico delle aiuole è arricchito da eleganti bordature in pietra artificiale che ne delimitano le sezioni. Al centro di ciascun comparto si trova una fontana circolare, adornata da quattro statue di putti disposte secondo i punti cardinali. Il verde che riempie gli spazi racchiusi dalle bordature di pietra è composto da tappeti erbosi, siepi di bosso modellate in curve eleganti e piccoli alberi potati a forma di sfera, creando un affascinante gioco visivo tra forme orizzontali e verticali.

Questa suddivisione geometrica degli spazi, tipica del giardino all’italiana, si esprime in filari alberati, siepi ben curate e sculture vegetali realizzate con l’arte della potatura (ars topiaria). Questo stile ha radici profonde nel Rinascimento, quando il giardino divenne un luogo non solo per la coltivazione, ma anche per il piacere e il relax. Si trattava di una naturale evoluzione dell’hortus conclusus medievale, originariamente destinato alla coltivazione di frutta, verdura e piante medicinali.

La Lotta Contro la Piralide del Bosso e il Restauro

Nel corso degli anni, il giardino ha subito danni a causa della piralide del bosso (Cydalima perspectalis), un insetto invasivo che ha messo in difficoltà le piante di bosso, minacciando la salute delle siepi e delle sculture vegetali. Per contrastare questo problema, i lavori di riqualificazione e restauro del parco hanno optato per l’agrifoglio giapponese Convexa, una pianta da siepe resistente e simile al bosso. La Convexa, grazie alla sua crescita lenta e al suo portamento compatto, si è rivelata ideale per mantenere l’estetica originale del giardino.

Grazie a questi interventi, il giardino ha riacquistato il suo disegno originale, che era stato immortalato nelle fotografie di Attilio Brisighelli del 1923. Queste immagini, scattate su richiesta del conte Nicolò, documentavano il ritrovato splendore della villa dopo le difficoltà affrontate durante il periodo bellico.